Si è aperta oggi la 42^ edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini con l’inaugurazione del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, introdotto da Bernhard Scholz, Presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli.
A dare il via alla prima giornata di convegni, che si chiuderanno il 25 agosto, l’incontro con i grandi talenti dello sport italiano, organizzato in collaborazione con Star Biz, società del gruppo Master Group Sport, dal titolo “Il coraggio della sfida. Andare oltre i limiti”. Apertura dell’evento affidata al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo sport, nonché plurimedagliata olimpica, Valentina Vezzali: “Bisogna riuscire ad assecondare la voglia di sport che sta montando soprattutto dopo i successi di questa estate azzurra. Quei successi sono il frutto del lavoro silenzioso e appassionato di migliaia di volontari e associazioni dilettantistiche, ma anche della riforma dello sport avviata nel 2018 che ha il merito, innanzitutto, di aver portato al movimento sportivo circa 160 milioni di euro in più in due anni. Ma, come è stato da più parti osservato, lo sport in Italia è pratica, filosofia, stile di vita, educazione, insomma cultura trascurata, ignorata, dimenticata. A cominciare dalla scuola. Si tratta della “sfida” più importante. Sin dai primi giorni del mio insediamento ho avuto ben chiaro che fosse uno degli obiettivi da raggiungere. Mi sono impegnata sin da subito per prevedere l’inserimento dell’insegnante di scienze motorie a partire dalla scuola primaria. È una grave lacuna del nostro Paese.
Siamo all’ultimo posto in Europa per ore di educazione fisica nell’intero percorso scolastico; questo si ripercuote non solo sul benessere dei nostri figli, ma sulla loro cultura sportiva, sulla loro formazione e – soprattutto – sulla conoscenza del proprio corpo.
Abbiamo definito un protocollo con il Ministero dell’Istruzione e stiamo lavorando, sotto l’egida del Presidente Draghi, affinché questo anno così straordinario per lo sport, possa vantare anche la conquista di un traguardo agognato da oltre 40 anni.”
Si è discusso di temi inerenti il coraggio della sfida, il superamento dei propri limiti, che cosa fa sì che tanti “io” diventino un “noi”, la gestione delle emozioni, attraverso la testimonianza di tre campioni made in Italy. Il centrocampista della nazionale e dell’Atalanta Bergamasca Calcio Matteo Pessina, reduce dalla vittoriosa nazionale che ha trionfato agli Europei di calcio, il nuotatore Gregorio Paltrinieri, protagonista con un argento ed un bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020, e dell’unico pilota italiano in Formula Uno, Antonio Giovinazzi.
Un’intervista e un dialogo a tutto campo con i nuovi protagonisti dello sport italiano, moderati dal giornalista Davide Perillo, che ha indagato gli aspetti più umani dello sport, quelli che possono essere considerati espressione di quel “coraggio di dire «io»” indicato nel titolo dell’edizione di quest’anno.
Collegati in video, i tre giovani sportivi che si sono guadagnati l’onore della cronaca negli ultimi mesi per i grandi risultati raggiunti.
Ad aprire il giro di interventi dei campioni collegati è stato l’oro di Rio 2016 e le due medaglie olimpiche di Tokyo 2020 di Gregorio Paltrinieri. Doveva essere il favorito in almeno tre specialità, ha contratto la mononucleosi a un mese esatto dalle gare olimpiche. Ma nonostante tutto ha realizzato un’impresa vincendo l’argento negli 800 stile libero ed il bronzo nei 10 km.
“È sempre contro se stessi che bisogna lottare, non è possibile controllare cosa fanno gli avversari ma possiamo controllare quello che facciamo noi, senza avere mai paura di mettersi in gioco e sbagliare: saper gestire le proprie emozioni significa provarci sempre fino in fondo. ” Greg ha disquisito il tema affermando: “Non si deve aver paura delle proprie fragilità, in una finale olimpica tutti hanno paura di sbagliare e lottano contro i propri demoni, vince chi riesce a gestirli meglio. Inseguire la perfezione è giusto, ma la vera virtù è sapersi adattare anche nelle situazioni difficili. Non sempre è tutto perfetto, ma c’è sempre la possibilità di lottare.”
Il moderatore si è poi rivolto al classe ’93 Antonio Giovinazzi, dal 2019 pilota titolare del Team Alfa Romeo Racing Orlen. Attualmente l’unico pilota italiano presente in Formula 1, che con il suo numero 99 è diventato il primo pilota italiano a competere per un’intera stagione di Formula 1 dopo otto anni di assenza di connazionali dalle scene più prestigiose della classe regina dei motorsport.
“Il coraggio in macchina è la prima cosa che bisogna avere in questo sport sin da quando si è bambini con i go kart, ma non bisogna dimenticare che è soprattutto uno sport di squadra, e la velocità è una emozione che vive tutto il team. A maggior ragione è importante dare il 100% fisicamente e mentalmente. Il talento non è nulla senza il lavoro.” Giovi ha dibattuto il tema dicendo: “La pandemia è stata una situazione difficile per tutti, dai cambi di calendario, allo stare chiusi in casa, al non avere i tifosi in pista, ma questo è stato di insegnamento per capire cosa è importante e chi fa davvero la differenza, come i tifosi che rappresentano quell’adrenalina in più sia in gara che in preparazione.”
A seguire è stato il turno del giovane centrocampista dell’Atalanta e fresco campione d’Europa con la Nazionale Italiana di Calcio, Matteo Pessina ha detto sul tema della paura di fallire “Non ci deve essere la paura di fallire se sei sicuro di quello che fai, se hai fiducia nelle tue qualità, non perderai mai. Sembra una banalità, ma se perdi una partita, avrai imparato qualcosa, avrai sbagliato qualcosa e potrai migliorare per vincere la prossima. Non bisogna avere paura di fallire ma semplicemente provarci ed essere sicuri delle proprie doti". Matteo, campione in campo, con i due gol capolavoro con Austria e Galles, e anche fuori dal campo (sta studiando per diventare dottore in Economia alla Luiss), ha aggiunto: “Penso che il talento sia niente senza saper lavorare, sapersi sacrificare. Rimane una cosa fine a se stessa. Si è fortunati se si ha talento, però bisogna anche mettere in gioco le altre carte, per mantenerlo e per fare qualcosa di grande. Ho sempre detto che il mio più grande talento è quello di saper lavorare in un certo modo, cercando di migliorarmi giorno dopo giorno allenandomi e questa penso sia una cosa che batterà sempre il talento."
Il convegno si è concluso con una esortazione dei relatori e del moderatore ad agire e mettersi in gioco per il bene dello sport e per la salvaguardia della salute di chi ci sta intorno.